RECENSIONE HOME OF ROCK – a cura di Fred Schmidtlein
Con un denso grasso rombo di basso si annuncia “Back On The Tracks”, sottile all’orecchio come un Hot Rod V8. Un caldo benvenuto, Jimi, ti aspettavamo e che tu portassi con te anche J.C. è davvero una sorpresa! Jimi Barbiani, grande chitarrista al tempo dei W.I.N.D., torna con la sua JIMI BARBIANI BAND e il CD “Back On The Tracks”.
J.C. Cinel è qualcosa di più grande del cantante che abbiamo conosciuto con la Hard-Prog-Rock-Band ’70 WICKED MINDS. Jimi e J.C. insieme sono….sì, sono davvero loro. Lettore/lettrice, potete vedere qui un Reporter profondamente commosso, a cui non solo non mancano le parole, ma che vi consiglia caldamente l’Album “Back On The Tracks”, meravigliosamente rivestito di velluto rosso. E cioè anche per motivi estetici. “Back On The Tracks” è visivamente e ancor più acusticamente un godimento e una festa dei sensi. Suona eccentrico? Può essere, allora diciamolo diversamente: “Back On The Tracks” è una figata e roccheggia come la peste! Il quasi (davvero solo quasi) convenzionale brano Rock&Blues d’apertura, il rombante I FEEL SO LONELY, è seguito da I GOT THE DEVIL, un motivo diretto e orecchiabile da Champions League. J.C. e Jimi disfano la valigia delle melodie che poi rincorrono come un’onda ricoprendo di volta in volta il tappeto offerto da Basso e Batteria. Oh, ma che bello, quando Jimi lascia volare Licks e assoli facendo sembrare Billy Gibbons un’allievo di chitarra. A proposito del gruppo ritmico: di questo Elvis Fior non abbiamo ancora mai sentito parlare prima qui alla Home of Rock, ma il ragazzo proviene senza ombra di dubbio da una scuola, con una tecnica alla batteria appresa alla Terry Bozzio, Neil Peart o Jef Porcaro, altrimenti non ci si spiega il suo suono ultrapreciso. Ma oltre a questo Elvis ha un groove che lo fa apparire a noi Rocker chiaramente più interessante sia di Terry, che di Neil che di Jef. Il bassista Daniele Vicario in questo Paese è fino ad ora addirittura un foglio bianco, ma dall’ascolto si può comprendere in tuta chiarezza che Jimi Barbiani ha con sé un virtuoso. Dopo i W.I.N.D., se fosse stato diversamente, sarebbe stato anche ridicolo. Io, Fred Schmidtlein, non scriverò mai più una sola parola sui THE BLACK CROWES, se nel loro prossimo Album non avranno almeno una canzone all’altezza della classe di GOOD TIME MAN. Sette, quattro, sei o cinque minuti, è la durata delle canzoni, qui viene suonato quello che c’è da suonare, qui il brano viene prolungato, dove altri avrebbero desistito già da tempo, qui viene celebrata la musica Rock del più alto livello, qui Jimi spara al fianco con la sua chitarra nel Rock’n’Roll PARTY ANGEL, mentre J.C. strapazza vocalmente il Dio-Rock. Non è una figata? Non una volta né con l’acustica STREETS OF LOVE, né più tardi con THE DAY OF THE WITCH si ha un accenno di calo, semplicemente si continua col Groove e il Roll, ancora, ancora e sempre.